Si è concluso con un’assoluzione il lungo processo che ha coinvolto l’ex sindaco di Cetara, Secondo Squizzato, riguardante presunte irregolarità nella gestione del depuratore comunale. Dopo otto anni di indagini e dibattimenti, i giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Salerno hanno stabilito che non vi erano prove sufficienti per condannare Squizzato, archiviando così il caso con un verdetto di assoluzione.
La vicenda giudiziaria
La vicenda giudiziaria ha avuto inizio nel 2016, quando i depuratori dei comuni di Ravello, Atrani e Cetara furono posti sotto sequestro. Le accuse si basavano su presunti sversamenti di reflui non trattati in mare, che avrebbero violato le normative ambientali sulla qualità delle acque. Gli impianti erano stati oggetto di analisi da parte degli inquirenti, i quali avevano segnalato la presenza di sostanze in concentrazioni superiori ai limiti di legge, ritenendo insufficienti le operazioni di depurazione svolte.
Oltre a Squizzato, nel processo era coinvolto anche Giuseppe Vertullo, ex responsabile dell’ufficio tecnico comunale di Atrani. Anche Vertullo è stato assolto, mentre per altri imputati, tra cui gestori degli impianti e pubblici funzionari, il reato è andato in prescrizione. L’accusa contestava ai pubblici amministratori l’omissione di atti d’ufficio, imputando loro la mancata vigilanza sul corretto funzionamento dei depuratori e il mancato rispetto delle norme ambientali.
Presente in aula per ascoltare la sentenza, Secondo Squizzato ha espresso la sua soddisfazione per l’esito del processo. Come riporta l’articolo pubblicato da Il Mattino l’ex sindaco ha dichiarato di aver rinunciato alla prescrizione proprio per consentire ai giudici di entrare nel merito delle accuse. “Dopo anni di indagini e udienze, è stato dimostrato che il nostro impegno per la tutela del mare era reale e concreto. Sin dal 2014, abbiamo lavorato per risolvere i problemi legati alla depurazione, adottando tutte le misure necessarie per migliorare la qualità delle acque“, ha affermato Squizzato, difeso dall’avvocato Gaspare Dalia.
Il procedimento giudiziario, che inizialmente vedeva distinti i casi dei tre comuni coinvolti, è stato successivamente unificato in un unico dibattimento. Nonostante le accuse mosse dalla procura e le numerose analisi tecniche, il processo si è concluso con due assoluzioni e la prescrizione per gli altri imputati.