La notte di San Silvestro e le tavole colme di leccornie. Il pronti via per le grandi abbuffate di fine anno è una sorta di rito liberatorio delle lunghe feste e di quelle corse spasmodiche tra i banchi del pesce o in quelli della gastronomia. Accadrà un po’ ovunque, contagiati dagli effetti del consumismo.

Ma per un cenone di gusto e di eleganza non occorre svenarsi. Basta conoscere le tradizione della tavola di Capodanno in Costa d’Amalfi per organizzare un cenone ad effetto con tanto di must e di eccellente materia prima.

A cominciare dall’intingolo più ricercato negli ultimi anni. Ovvero quella colatura nuova spillata qualche giorno prima di Natale dopo una maturazione di 24 mesi nei terzigni colmi di alici sotto sale. Ne occorrono pochi cucchiai in olio soffritto con aglio e prezzemolo per avere un piatto semplice ma ad effetto da impreziosire col rosso di un peperoncino piccante.

Sulla scelta della trafila al bronzo il consiglio è quello di uno spaghettone a lenta essiccazione prodotto da quelle aziende di Gragnano, Torre Annunziata o Castel San Giorgio che non sono presenti tra le linee della grande distribuzione. Triglie di scoglio spinate e sfilettate da cuocere per pochi minuti al forno con un mantello fatto di pesto di olive verdi, olio extra e pan grattato, costituiscono un ottimo secondo di pesce in sostituzione di costosissimi mazzancolle e gamberoni.

Tra gli sfizi ce ne viene in mente uno in particolare. E non è altro che una rivisitazione in stile finger food di lenticchie e zampone. Seguire il procedimento classico per la preparazione della storica portata di fine anno, poi dotarsi di un mix per creare una crema di lenticchie da versare in ampi bicchieri monoporzione. Impreziosire con qualche legume ancora intero, tagliare il cotechino a dadini, unirlo al composto e servire dopo la mezzanotte con qualche fogliolina di prezzemolo. Buon appetito e buon Capodanno.