Sono stati condotti in carcere quattro delle nove persone coinvolte nella maxi-operazione antidroga scoppiata nel novembre scorso in Costiera Amalfitana. Divenuto esecutivo il provvedimento della sezione del riesame: la Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso degli indagati. La ricostruzione della vicenda.
Martedì i militari della stazione di Amalfi, agli ordini del capitano Umberto D’Angelantonio, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare che porta al carcere quattro persone. Dietro le sbarre i membri di un clan – facente capo a S.M. – che operava lo scorso anno tra i comuni di Vietri sul Mare e Maiori. Un’altra, P.E., andrà ai domiciliari.
Agli indagati sono stati contestati, a vario titolo, reati di produzione, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Le indagini sono iniziate nel 2019 quando i militari dell’Arma avevano scovato, tra giugno e dicembre di quell’anno, due appezzamenti di terreno adibiti alla coltivazione di canapa indiana.
La ricostruzione – Lo scorso 9 novembre i militari, guidati dal Capitano Umberto D’Angelantonio, supportati dal Nucleo Cinofili di Sarno e dal Settimo Elinucleo Carabinieri di Pontecagnano, eseguivano una misura cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Salerno, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno, nei confronti di 9 persone.
I malviventi sfruttavano le potenzialità dell’e-commerce e una ramificata struttura di rete d’’interscambio sul territorio. Agivano attraverso ignari corrieri le nove persone che, tra Vietri sul Mare e Maiori, distribuivano sostanze stupefacenti.
Ciò che ha catturato l’attenzione sono state le modalità di ricezione e distribuzione della merce. Attraverso la rete, infatti, i malviventi sfruttavano ignari corrieri che recapitavano la droga a casa dei pusher. Non sono mancati incidenti di percorso: come quando uno dei pacchi è stato riportato a deposito perché l’amico di uno dei condannati s’era addormentato.
Anche gli autisti erano pagati. In assenza della patente di guida, gli spostamenti avvenivano tramite amici, che venivano ricompensati con grammi di stupefacenti. Ma anche in questo caso non erano mancati i problemi. Come quando, una delle persone coinvolte, ha inghiottito un involucro di cocaina a causa di un posto di blocco. Il fatto è emerso a seguito delle intercettazioni telefoniche.