Proporre ricorso in appello dinnanzi al Consiglio di Stato contro la sentenza della sezione salernitana del Tar Campania, la numero 2701/2023 del 22 Novembre 2023, emessa sul ricorso presentato dalla società Li Galli snc: è quanto stabilito dal Comune di Positano nella delibera di giunta 197 del 14 Dicembre scorso.

L’ente comunale della città verticale aveva emesso un’ordinanza, la numero 30 dello scorso 1 settembre 2023, con la quale il Responsabile dell’Area Tecnica Edilizia Privata contestava l’edificazione e disponeva la sospensione della lottizzazione dei terreni che sarebbe stata effettuata in assenza della prescritta autorizzazione. Una decisione, quest’ultima, che si era basata anche sulla relazione tecnica del 14 Agosto 2023 e di tutti gli altri atti presupposti e connessi. Ed è stato lo stesso responsabile del settore a suggerire al Comune, in un documento dello scorso 27 Novembre, di proporre ricorso in Consiglio di Stato per tutelare l’attività dell’ente.

Una vicenda, quella dell’edificazione nell’arcipelago positanese, che sta mostrando, contestualmente, effetti anche sul piano penale: si indaga, infatti, per reati urbanistici ed ambientali. Nei mesi scorsi era emersa una divergenza tra la posizione della Procura, più netta, e quella del gip, che non propendeva per l’ipotesi di lottizzazione abusiva: nell’attesa dell’appello di Gennaio lo scorso 21 Dicembre i giudici del Tribunale del Riesame avevano rigettato il ricorso dei legali della società relativamente ai sigilli posti ad una passerella e al ricovero barche. I dettagli.

A difendere l’ente ci sarà l’avvocato Nicola Scarpa, cui il Comune di Positano conferirà, poi, attraverso il primo cittadino Giuseppe Guida, apposito mandato ad litem che sarà da lui sottoscritto.

Nel novembre dello scorso anno la sezione salernitana del Tar presieduta da Nicola Durante, avente come referendario ed estensore Gaetana Marena ed Olindo di Popolo nel ruolo di consigliere, aveva emesso un dispositivo sfavorevole nei confronti del Comune.

Ordinanza, quella del 1 Settembre scorso, contro la quale la società proprietaria del Gallo Lungo, dell’Isola dei Briganti e di Rotonda aveva proposto impugnazione lo scorso 30 Ottobre. Il Comune, ritenendo fondati i propri atti, non si era costituito in giudizio. Una scelta differente, quest’ultima, rispetto a quella portata avanti a fronte della sentenza del Tar.

Il provvedimento, infatti, sarebbe stato emanato dal Comune di Positano secondo i giudici del Tar “in difetto di un’ adeguata istruttoria e di sufficiente motivazione”: i giudici amministrativi avevano, inoltre, annullato anche il documento tecnico del 14 Agosto scorso e tutti gli atti presupposti rispetto all’ordinanza.

Citando una sentenza (la n.1430 del 7 marzo 2014) del Tar di Napoli, infatti, i giudici del Tar Salernitano avevano sostenuto che “l’esistenza dei presupposti della fattispecie della lottizzazione abusiva deve, infatti, essere accertata dall’amministrazione con un certo rigore, anche motivazionale, senza fare ricorso a generiche formule di comodo e, ove ne ricorra la necessità o l’opportunità, devono essere prese in esame le situazioni dei singoli soggetti coinvolti, seppure avendo come riferimento il generale quadro di insieme dello specifico fenomeno lottizzatorio“.

L’ordine di sospensione, oggetto del presente gravame, non esplicita infatti la tipologia di lottizzazione legalmente contemplata, non specifica con puntuale rigore motivazionale la ricorrenza degli elementi qualificanti e, peraltro, non assolve l’obbligo istruttorio, atteso che si limita ad un mero raffronto tra grafici, senza esplicitare le ragioni per le quali le opere individuate costituiscano una lottizzazione e non un’attività abusiva rientrante nell’art. 31 del Testo Unico dell’edilizia, come già configurata dal Comune con le ordinanze di demolizione adottate nel tempo“, si leggeva, ancora, nella sentenza della Seconda Sezione del Tar.

Sugli immobili de Li Galli, in altri termini, secondo il Tar esistono “immobili legittimamente realizzati”, in riferimento alle cui opere “minime, funzionali al relativo utilizzo”, erano state depositate svariate istanze di condono nel corso degli anni. Adesso starà al Comune di Positano, tramite il ricorso in Consiglio di Stato, provare a smentire tali decisioni e a far valere la propria posizione. Il tutto nelle more del parallelo procedimento penale che vede coinvolta la società che ha portato avanti l’attività edificatoria nell’arcipelago.