La signora Francesca Morrone, nata a Casali del Monaco, in provincia di Cosenza è la protagonista di una storia curiosa.

La donna, vedova emigrata classe 1910 si è rivolta a Giustitalia per risolvere un problema. “Tutto inizia qualche tempo fa – racconta  all’associazione – quando alcuni parenti dell’anziana signora ritrovano a casa della donna, un buono postale fruttifero di 50 milioni di lire emesso nel 1986 ed intestato alla stessa. Poste italiane, attinte da una richiesta di rimborso, avevano effettuato un calcolo  ammontante a poco più di 378 mila euro”.

Tuttavia, continua Giustitalia: ” Da un più attento esame giuridico, è emerso che l’importo dovuto era  più del doppio rispetto a quello prospettato da Poste italiane, in quanto i tassi di interesse che devono essere applicati sono quelli stampati sul retro del buono”. Insomma, un vero e proprio bottino quello della signora Morrone.

Ed anche se alla signora Morrone spetterebbe un “bel gruzzoletto“, la storia è giuridicamente complicata. Difatti: “Occorre considerare che la capitalizzazione al netto della ritenuta fiscale, per ciascuno dei primi 20 anni di durata dei Buoni, è illegittima in quanto in tale caso verrebbe anticipato il momento impositivo previsto dalla normativa primaria”.

Spiegano inoltre da Giustitalia che: “l’articolo 26 del Dpr 600 del 1973, prevede infatti l’applicazione della ritenuta in base al principio di “cassa” e non a quello della maturazione. Gli interessi maturano ogni bimestre e vengono incassati dal sottoscrittore solo quando si presenta all’ufficio postale per riscuotere il montante”.

La somma totale dovuta per il rimborso dei buoni predetti – fa sapere l’Associazione Giustitalia – ammonterebbe a 947.560,00 euro“.

L’anziana signora,  sarebbe anche disposta a donare parte della somma per accelerare la  “distribuzione del vaccino covid alle strutture preposte della Calabria”Un gesto che la ripagherebbe per tutti i sacrifici e la fortuna ottenuta.