Nonostante la riduzione delle accise da parte del governo Draghi il prezzo della benzina continua a salire.
Dopo il picco raggiunto a marzo dove il carburante arrivava addirittura a costare 2,5 euro, ora il prezzo della benzina aumenta di nuovo raggiungendo la soglia dei 2 euro.
Come ricorda Quifinanza.it infatti: “la media settimanale rilevata il 14 marzo 2022 era ben oltre i 2 euro, anche se in realtà i prezzi in modalità self in molti distributori italiani avevano raggiunto 2,3 euro al litro, ad un nulla dal record storico dell’Austerity degli anni ’70 di 2,31 euro, a valori correnti nel 1976.“
Nonostante la riduzione della accise, da 3 mesi a questa parte la situazione non sembra essere cambiata, anzi.
Questo aumento importante di fatto è dovuto, ovviamente, all’aumento delle quotazioni internazionali visto l’embargo del petrolio russo.
Su questa scia Eni ha aumentato di ben 5 centesimi al litro i prezzi di benzina e gasolio.
Seguendo l’Eni anche l’IP, il Q8 e Tamoli hanno aumentato il prezzo del carburante, rispettivamente: di un centesimo, di quattro centesimi e di sei centesimi.
La media rilevata dall’Osservatorio prezzi del Ministero e dello Sviluppo economico evidenzia che la benzina self service è arrivata a 1,969 euro al litro (con picchi di 1,986). Per quanto riguarda invece il servito si è già raggiunta la soglia dei 2 euro, più precisamente: 2,1 per la benzina e 2,015 per il diesel.
Questa problematica ci rilancia quindi nuovamente nella realtà della guerra europea tra Ucraina e Russia che in quest’ultimo periodo, purtroppo, sta diventando uno sfondo della nostra vita.
Nonostante sia e sarà una pagina importante della nostra storia e, come vediamo anche con il caro del carburante, anche della nostra contemporaneità, sta man mano diventando solamente un argomento di conversazione.
Ogni tanto però come in questo caso questa congettura storica importante batte di nuovo alla nostra porta per ricordare che non è ancora finita.
