Lunedì 9 settembre, i dipendenti del settore del trasporto pubblico locale in Campania, inclusi gli autoferrotranvieri, sciopereranno, a seguito della prima manifestazione di protesta tenutasi il 18 luglio, che aveva registrato un’alta adesione.
L’obiettivo è quello di chiedere con forza il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro, oltre a rivendicare condizioni lavorative più dignitose, sia dal punto di vista normativo che salariale. È quanto dichiarato dal segretario generale della Filt-Cgil Campania, Angelo Lustro.
Lustro ha spiegato che lo sciopero coinvolgerà il personale viaggiante e gli addetti di esercizio, ossia gli operatori di autobus, tram e metropolitane. Questi lavoratori incroceranno le braccia dalle 9:00 alle 17:00, rispettando le fasce di garanzia aziendale. Anche il personale con funzioni connesse al servizio di mobilità delle persone, come chi lavora nelle biglietterie o nella manutenzione, parteciperà alla protesta, mentre il personale non strettamente collegato alla mobilità si fermerà per l’intera giornata.
Nonostante la forte partecipazione alla prima azione di sciopero, Lustro sottolinea che non c’è stata alcuna apertura al dialogo da parte delle associazioni datoriali e delle istituzioni. Queste ultime, secondo Lustro, ignorano le difficoltà affrontate dai lavoratori del settore, che giustamente chiedono un adeguamento salariale in linea con il crescente costo della vita e una riforma che consenta una migliore gestione del tempo tra vita privata e lavoro.
“Gli investimenti sono gravemente insufficienti rispetto alla domanda di mobilità e per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità economica, sociale e ambientale”, ha dichiarato Lustro. Ha poi aggiunto che nel Fondo Nazionale Trasporti, secondo le stesse associazioni datoriali, mancano 1,6 miliardi di euro. Di questi, 700 milioni servirebbero a coprire l’inflazione e 900 milioni per il rinnovo del contratto nazionale. A complicare ulteriormente la situazione, ha detto Lustro, vi è l’effetto negativo del Ddl Calderoli, che rischia di peggiorare un settore già molto frammentato, minacciando l’esistenza stessa di un contratto collettivo nazionale per la categoria.
In Campania, la situazione è particolarmente critica. Oltre alle problematiche legate all’autonomia differenziata, che potrebbe alterare la struttura nazionale del contratto collettivo del trasporto pubblico locale, vi è il rischio che molte infrastrutture ferroviarie finanziate con i fondi del PNRR restino inutilizzate. Un esempio emblematico è la linea 6 della metropolitana di Napoli, che potrebbe restare priva di risorse dopo settembre, compromettendone l’operatività.
“Per questi motivi, la Campania e i lavoratori del trasporto pubblico hanno più che mai ragione di aderire allo sciopero,” ha concluso Lustro. Lo sciopero non si limita a chiedere il rinnovo del contratto, ma vuole anche sollecitare un aumento delle risorse per il settore, rendere i servizi di trasporto pubblico locale più efficienti e attrattivi e migliorare le condizioni di sicurezza sia per i lavoratori che per i viaggiatori che utilizzano i mezzi pubblici