Sono ben 14 le misure cautelari nei confronti di altrettanti indagati accusati dalla procura di Napoli di corruzione.

Nello specifico le 14 persone sono accusate di aver promesso, e poi agevolato, in cambio di mazzette, alcuni partecipanti ai concorsi per il reclutamento nei Corpi delle Forze Armate (Carabinieri, Esercito e Aeronautica Militare) e nella Polizia Penitenziaria a superare le prove psico-attitudinali.

Campania, concorsi truccati: 14 arresti

Come riporta l’Ansa, le indagini hanno consentito di fare luce su una serie di episodi che hanno visto protagonisti, tra la fine del 2020 e la prima metà del 2021, due agenti della Penitenziaria già in carcere.

I due vennero sorpresi all’interno degli uffici di organizzazione sindacale, mentre intascavano 8mila euro. Secondo quanto rende noto un comunicato a firma del procuratore di Napoli Giovanni Melillo, “gli elementi indiziari acquisiti depongono nel senso di una estesa ramificazione dei contatti corruttivi e delle complicità rilevanti per l’illecito condizionamento delle procedure concorsuali”.

I provvedimenti cautelari eseguiti oggi riguardano, tra gli altri, un assistente capo Polizia Penitenziaria in servizio presso la Casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere, un vigile urbano di Caivano, nel Napoletano e un caporal maggiore dell’Esercito in servizio presso la caserma di Maddaloni, nel Casertano.

Tutti risultano avere svolto la funzione di intermediari dei rapporti corruttivi finalizzati all’indebito superamento delle prove concorsuali. Nei riguardi di questi ultimi è stata adottata, in conformità alla richiesta dell’Ufficio, la misura cautelare degli arresti domiciliari.

Per consentirle di partecipare ai corsi di formazione per allievi agenti della Polizia Penitenziaria hanno più volte falsificato il necessario attestato di negatività al Covid-19 di una candidata.

Ai domiciliari sono finiti le persone coinvolte nella realizzazione del falso attestato: l’amministratore di una società di igiene e sicurezza sul lavoro, un ex agente della Penitenziaria e una candidata.

Gli indagati “…non hanno esitato a falsificare la negatività al Covid accettando il rischio che la candidata, pur positiva, frequentasse il corso di formazione presso la scuola di Portici, dove avrebbe potuto infettare numerose persone”, scrive il gip Colucci nell’ordinanza di custodia cautelare con la quale ha disposto i domiciliari nei confronti di tre persone.