La Campania resta ancora in “zona rossa”: a deciderlo la cabina di regia nazionale del ministero della Salute.

La nostra regione ha una classificazione del rischio «moderata» ma un Rt a 1.19 al 7 aprile con punte di 1.22 nel bollettino settimanale tra il 29 marzo e il 4 aprile: nettamente sopra la media nazionale che si assesta a 0.92. Una elevata contagiosità si registra soprattutto nell’area metropolitana di Napoli.

Quindi nonostante l’incidenza dei contagi nella popolazione è scesa sotto la soglia critica arrivando a 219 casi ogni centomila abitanti, la regione Campania resta in zona rossa insieme a Valle D’Aosta e Puglia. A queste si unisce la Sardegna che era stata addirittura in zona bianca ma oggi ha un Rt più alto d’Italia a 1.54.

In arancione vanno Lombardia, dopo un mese di zona rossa, Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana e Calabria. E si aggiungono alle regioni già in zona arancione: Veneto, province autonome di Trento e Bolzano, Liguria, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Basilicata e Sicilia.

Anche Vincenzo De Luca, nel consueto intervento su facebook del venerdì, ha usato parole forti contro i criteri scelti dal Comitato tecnico scientifico per l’attribuzione delle fasce delle varie regioni.

Alcuni dei criteri scelti dal cts sono demenziali. La gravità del contagio va misurata su deceduti per Covid e terapie intensive occupate. Ci sono disparità di trattamento difficili da tollerare. Noi oggi abbiamo come terapie intensive una occupazione del 26% e ci dicono che siamo rossi. Posti degenza occupati 37%. In Campania non c’è stata chiusura di reparti ordinari negli ospedali, nelle altre Regioni si“.