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Lockdown fortunato: anziana trova buono postale di 5 milioni di lire

Foto d'archivio

Capita non di rado, in Italia, che qualche persona trovi un buono fruttifero postale di tanti anni fa che, al giorno d’oggi, vale una fortuna.

Molto spesso questi buoni vengono trovati così per caso in un vecchio libro, in una borsa, in un album di fotografie o in un cappotto. Dopo un  primo momento di sorpresa e di euforia, però, queste persone devono fare i conti con Poste Italiane che non sempre rimborsa tali buoni.

E’ questo il caso di una anziana di Torino che, dopo aver ritrovato un buono si ritrova in “lotta” con Poste Italiane per ottenere il rimborso.

Anziana trova buono postale da 5 milione: vale 99mila euro

Durante il primo lockdown della scorsa primavera una anziana di Torino ha rinvenuto in un cassetto di una libreria del marito defunto, un buono postale fruttifero, serie oro, emesso in data 23.1.1986 per il valore nominale di 5 milioni di lire.

Al momento del ritrovamento l’anziana non ha potuto che essere felice, non sapendo, però, che quella felicità si sarebbe presto trasformata in una “guerra” con Poste Italiane.

Poste italiane, attinte da una richiesta di rimborso, avevano effettuato un calcolo che prevedeva la liquidazione di 37.750 euro circa. La donna si è però rivolta ad un avvocato che ha ricalcolato la cifra giungendo a 98.700 euro.

“Ad un più attento esame della giurisprudenza di merito e delle recenti decisioni dell’Arbitrato Bancario Finanziario, è emerso che l’importo dovuto era praticamente più del doppio di quello prospettato da Poste in quanto i tassi di interessi che devono essere applicati sono quelli stampati sul retro del buono e non quelli (notevolmente inferiori) che si sono succeduti nel corso degli anni (peraltro sempre più bassi a causa dell’inflazione)” – ha spiegato l’avvocato della donna.

La donna fa sapere, tramite il proprio legale, che parte della somma sarà devoluta per la sperimentazione del vaccino anticovid.

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