Una grande operazione di trasparenza per difendersi dal caro-bollette.

E’ questo lo scopo di “Bollette in vetrina“, iniziativa lanciata da Confcommercio con lo scopo di rendere più consapevoli i consumatori sugli aumenti che gli operatori del settore commerciale sono costretti, a tutti i livelli, a subire.

Gli esercenti aderenti, infatti, esporranno le bollette ricevute recentemente nelle vetrine delle proprie attività, mettendole a confronto con quelle dell’anno precedente, decisamente più basse.

Ad essere colpiti, tra i commercianti, ci sono, soprattutto i ristoratori: questi ultimi sono stati letteralmente messi in ginocchio, oltre che dall’incremento dell’energia elettrica, anche da quello del gas, il cui prezzo, negli ultimi giorni, è schizzato a livelli record praticamente mai raggiunti in precedenza.

Le bollette, a causa della crescita esponenziale dei prezzi all’ingrosso del gas naturale, sono infatti triplicate.

La situazione sta costringendo gli esercenti a scegliere tra gli aumenti dei listini, che fino a qualche mese fa erano tutto sommato modesti e relativamente sostenibili, e la sospensione dell’attività in attesa di un intervento risolutivo da parte del governo.

La protesta delle “bollette in vetrina”, a cui aderisce anche il comparto provinciale di Salerno, sarà silenziosa, ma non silente, spiegano i rappresentanti dell’associazione.

Allo stato attuale, nei nostri punti vendita, abbiamo assorbito questo aumento come costo fisso – nudo e crudo, nel rispetto di un’immagine adeguata e consona da garantire ai clienti e, per lo stesso rispetto a loro dovuto, abbiamo scelto di non spalmarlo sui prezzi al dettaglio. La protesta, difatti, serve soprattutto a far comprendere nello specifico le nostre esigenze, facendoci portavoce anche delle esigenze del singolo consumatore, vittima tal quale di questi incrementi insostenibili – spiega Raffaele Senatore, di Federmoda Campania -.

“Con questo appello tradotto nei fatti, incorniciando le nostre bollette in bella vista, ci affidiamo al governo in carica, insieme al nuovo che sarà e alle associazioni di categoria, per trovare una soluzione nel più breve tempo possibile. Non c’è più tempo. Non possiamo permetterci di diventare nuovamente gli ammortizzatori sociali, come accaduto durante l’emergenza sanitaria, delle problematiche non aziendali, di cui non conosciamo le esatte dinamiche”.

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