In provincia di Salerno, il panorama delle strutture ricettive è segnato da un dato allarmante: oltre 2.000 B&B e affittacamere operano senza il Codice Identificativo Nazionale (CIN), obbligatorio dal 1° gennaio 2025.

Su un totale di 10.219 strutture registrate nella banca dati del Ministero del Turismo, soltanto 8.057 hanno completato l’iter per ottenere il CIN, con 120 richieste ancora in verifica amministrativa. Questo significa che quasi il 20% delle strutture operano fuori dai margini della legalità.

Antonio Ilardi, presidente di Federalberghi Salerno, non usa mezzi termini: “Apprendere che più di 2.000 strutture in provincia di Salerno e oltre 100.000 in tutta Italia non si siano preoccupate di regolarizzarsi, è un segnale di quanto sia approssimativo l’approccio all’accoglienza nel nostro Paese.” Le sue parole sottolineano una realtà preoccupante: la mancanza di trasparenza non solo compromette la qualità dell’offerta turistica, ma alimenta la concorrenza sleale e danneggia gli operatori che rispettano le regole.

Sanzioni pesanti per chi non rispetta legge

Le normative sono chiare: chi non si adegua rischia multe salate che possono arrivare fino a 8.000 euro per la mancata registrazione e fino a 5.000 euro per l’assenza di esposizione del codice. Oltre all’aspetto economico, il CIN rappresenta uno strumento per garantire trasparenza fiscale, combattere l’evasione e tutelare i turisti.

Non mancano però le difficoltà. Molte strutture hanno segnalato problemi tecnici nel processo di registrazione, dovuti a errori nei database o a mancati aggiornamenti dei dati. Federalberghi, in collaborazione con il Ministero del Turismo, ha cercato di fornire assistenza, ma il processo di adeguamento si è rivelato più complesso del previsto.