76 strutture ricettive irregolari nella comunicazione dei flussi turistici. E’ questo l’esito delle indagini portate avanti dalla Polizia Municipale di Salerno, su alcune attività operanti nel settore extra-alberghiero nella città capoluogo: lo si legge sull’edizione odierna de “Il Mattino” nella sezione dedicata alla cronaca locale.

L’indagine portata avanti dalla Polizia Municipale di Salerno è, ormai, giunta alle battute finali: il cerchio delle verifiche sta per stringersi, dopo oltre due mesi di accurati controlli.

Le indagini hanno riguardato, complessivamente, 416 strutture alberghiere e bed and breakfast.

Per 76 strutture, ufficio tributi e polizia municipale, agli ordini del comandante Rosario Battipaglia, i caschi bianchi salernitani hanno elevato verbali amministrativi.

Stando a quanto si legge, inoltre, nell’articolo, le strutture avrebbero violato per almeno tre anni di fila l’obbligo di comunicare le presenze.

Le strutture ricettive, anche extra-alberghiere, sono, infatti, tenute alla comunicazione delle presenze turistiche, che si aggiunge a quella dei dati degli ospiti.

Gli esercenti rischiano, adesso, una sanzione amministrativa pecuniaria da 250 a 2500 euro per ogni mese di omessa o incompleta comunicazione dei flussi turistici.

Casi di irregolarità delle strutture ricettive non si sono verificati soltanto nel capoluogo, ma anche in Costa d’Amalfi: risalgono allo scorso gennaio, infatti, i controlli effettuati nei confronti di due strutture ricettive che, a Maiori, percepivano indebitamente la tassa di soggiorno senza versarla.

Un fenomeno, quello dell’abusivismo, che anche per la Costiera Amalfitana risulterebbe, purtroppo, davvero particolarmente impattante.

Sono più di dieci anni che portiamo avanti il contrasto all’abusivismo: già due decenni fa si registrava una carenza di comunicazioni dei flussi turistici in rapporto al numero delle strutture, dunque la vicenda di oggi non ci sorprende – commenta Ambrogio Carro, imprenditore turistico positanese e commissario regionale di Federcomtur per il settore TurismoC’è sempre stata, infatti, una certa tolleranza in passato nei confronti di alcune irregolarità, anche di carattere urbanistico“.

Le difficoltà nelle verifiche non riguarderebbero, però, soltanto inadempimenti dei titolari delle strutture, ma anche oggettive criticità da parte degli enti preposti a compiere i dovuti riscontri.

“C’è, però, una certa difficoltà nelle comunicazioni dei dati: molti albergatori ed esercenti di strutture con partita Iva riescono, magari, a comunicarli alla Questura – prosegue Carro – ma non all’Agenzia per il Turismo, dunque c’è difficoltà nell’analizzare i flussi, anche con lo scopo di effettuare dei controlli a posteriori”.

Irregolarità e abusi nel settore extra-alberghiero colpirebbero in misura maggiore le principali località della Divina, rispetto a quelle meno frequentate: “Più la località è di prestigio – conclude Carropiù alta è la probabilità che si possano verificare irregolarità di carattere urbanistico e speculazioni“.