“Noi ragazzi dove dobbiamo giocare?'”. Recitano così i manifesti apparsi a Ravello, in prossimità dell’ingresso di Palazzo Tolla, sede del Municipio, e del campo da tennis “Paolo Caruso”.
Continua a tenere banco, infatti, il dibattito sulla disponibilità di impianti per la pratica sportiva nella città della Musica. Gli autori del manifesto hanno evidenziato, dunque, la necessità di uno spazio dedicato ad attività ludiche e ricreative da svolgere all’aperto.
Un modo, dunque, per “decongestionare” il grande salotto en plein air della città, piazza Vescovado, in cui, specie nei periodi di maggiore affluenza turistica, si gioca in modo ricorrente a calcio.
Un impianto potenzialmente disponibile – oltre al “Caruso”, in cui, tuttavia, può praticarsi soltanto il tennis – è rappresentato dal campo da calcetto del quartiere Lacco, sulla sommità del garage di recente costruzione. La struttura, sebbene impiegata già nei mesi scorsi in modo irregolare – la recinzione è stata divelta – è ancora in attesa di collaudo per motivi tecnici.
Per il primo cittadino Paolo Vuilleumier, tuttavia, il Comune non ha alcuna responsabilità sulla situazione attuale della disponibilità di strutture sportive che rispecchia quella dell’intero territorio.
“Ci sarebbe da fare un trattato, la penuria di strutture sportive è conosciuta in tutta la Costiera Amalfitana. Dovremmo entrare nel merito di cosa significa giocare, ovvero stare negli spazi comuni ognuno rispettando l’altro“, ha affermato ad Amalfinotizie il primo cittadino di Ravello.
L’impiego di spazi pubblici per attività ludiche prevede, in ogni caso, il rispetto delle regole del vivere civile: “Si può giocare in piazza, ma ovviamente non organizzare partite di calcio o di pallavolo agonistiche. Giocare è un termine con numerose accezioni“.
La situazione della città della musica non risulta peggiore, secondo quanto sostiene Vuilleumier, rispetto a quella di altri centri della zona: “A Ravello abbiamo un campo da tennis in cui organizziamo corsi, si svolgono attività per ragazzi, si accede su prenotazione. C’è un’altra struttura (il campo del quartiere Lacco, ndr), ancora non completata in quanto la ditta non ha ancora consegnato i lavori, speriamo per gli inizi di settembre che ci possa essere una struttura in cui svolgere attività sportiva“.
Nessuna responsabilità ascrivibile a Palazzo Tolla, dunque: “Non abbiamo nessuna colpa: la realizzazione delle opere pubbliche ha sempre un percorso accidentato – ha concluso Vuilleumier – La realizzazione di questa struttura ha avuto dei ritardi per cui l’Ausino ha dovuto fare una modifica per l’adduzione sia in entrata che in uscita dell’acqua; il lavoro è stato abbastanza complesso. Tutti gli spazi cittadini, in ogni caso, vanno utilizzati rispettando la quiete pubblica e delle regole. Se si vuol fare una partita di calcio, si può prenotare un campo in realtà limitrofe, ma quello è praticare sport e non giocare”.