Autovelox: molte multe risultano nulle. Ecco cosa bisogna osservare sulla ricevuta per capire se è questo il caso.
Una recente sentenza del Tribunale di Imperia ha segnato una svolta decisiva nella controversa questione delle multe per eccesso di velocità rilevate da autovelox non omologati. Negli ultimi mesi, infatti, si è consolidata una linea giudiziaria che non solo annulla tali sanzioni, ma mette anche a rischio i bilanci comunali, con possibili condanne per lite temeraria e risarcimenti danni a carico degli enti locali.
La svolta giudiziaria: autovelox privi di omologazione ministeriale non validi
Il caso di Imperia è emblematico e apre un precedente che potrebbe estendersi a numerosi altri comuni italiani. Il Tribunale ha rigettato l’appello di un Comune che aveva già perso in primo grado una causa relativa a una multa elevata tramite autovelox privo della prescritta omologazione ministeriale, riconoscendo che la semplice “autorizzazione” a utilizzare l’apparecchio non è sufficiente ai fini della validità delle rilevazioni.
Questa decisione segue le indicazioni ormai consolidate della Corte di Cassazione, che ha chiarito come l’omologazione formale sia un requisito imprescindibile per la validità delle sanzioni da autovelox, smentendo la vecchia prassi ispirata alla circolare ministeriale n. 0000995 del 23 gennaio, che equiparava l’autorizzazione all’omologazione.

Il giudice d’appello di Imperia ha persino suggerito al Comune di rinunciare all’appello, evidenziando il rischio concreto di subire una condanna per lite temeraria, una figura giuridica che punisce chi insiste in giudizio nonostante la certezza della propria perdita.
La lite temeraria, disciplinata dall’articolo 96 del Codice di procedura civile, si configura quando una parte continua o avvia una controversia in mala fede o con colpa grave, ad esempio per un tentativo strumentale di dilazione o per difficoltà che la controparte potrebbe incontrare nel difendersi.
Nel caso dei Comuni che insistono nel difendere multe emesse con autovelox non omologati, la giurisprudenza sta imponendo un prezzo molto alto. Se condannati per lite temeraria, gli enti locali devono sostenere non solo le spese legali del cittadino, ma anche:
- un risarcimento danni effettivo, qualora richiesto,
- una somma aggiuntiva stabilita dal giudice a favore della parte vittoriosa,
- una sanzione pecuniaria fino a 5.000 euro da versare alla Cassa delle ammende.
In sostanza, il Comune rischia di non incassare la multa e di dover sborsare migliaia di euro a carico del bilancio pubblico, aggravando così la situazione finanziaria dell’ente.
Il ruolo del Comune nell’ordinamento italiano e la gestione della sicurezza stradale
Il Comune, in quanto ente locale autonomo previsto dall’articolo 114 della Costituzione, ha competenze specifiche nella gestione della viabilità e dell’ordine pubblico sul proprio territorio. Attraverso organi come il sindaco, la giunta e il consiglio comunale, l’ente amministra anche le attività di polizia municipale, che include il controllo del traffico con strumenti come gli autovelox.
Tuttavia, questa autonomia comporta anche responsabilità dirette nella corretta applicazione delle norme, compresa quella di utilizzare strumenti conformi alle prescrizioni di legge, come l’omologazione ministeriale degli autovelox. L’attuale situazione evidenzia un gap normativo e operativo che mette a repentaglio non solo la legittimità delle sanzioni, ma anche la credibilità delle amministrazioni comunali.
In particolare, il caso di Imperia, capoluogo ligure con una storia amministrativa consolidata, mette in luce la necessità di una maggiore attenzione e competenza nella gestione degli strumenti di controllo della velocità, per rispettare le regole e tutelare le finanze pubbliche.
