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Ascolti musica prima di dormire? Ecco che cosa succede

Un recente studio ha indagato su un possibile rapporto tra l’abitudine di ascoltare musica prima di dormire e il sonno. In particolare gli esperti si sono chiesti se l’ascolto della musica possa influire sulla qualità del sonno stesso.

Precedentemente un sondaggio fatto dagli psicologi dell’Università di Sheffield aveva trattato lo stesso tema, scoprendo che molti usano proprio ascoltare la musica per riuscire a prendere sonno più facilmente. È un’abitudine che in effetti hanno in molti, ma bisognerebbe stare particolarmente attenti, perché potrebbe succedere qualcosa di molto strano nel nostro cervello.

Come è stata condotta la ricerca sul sonno

Gli esperti hanno posto inizialmente a più di 200 partecipanti coinvolti nell’indagine delle domande che riguardavano le loro abitudini di ascolto della musica e la loro qualità del sonno, specialmente nel corso del riposo notturno. Poi gli scienziati sono passati anche ad una parte sperimentale, facendo in modo che 50 dei volontari ascoltassero tre canzoni prima di addormentarsi.

I volontari hanno ascoltato tre canzoni pop e poi, nel corso della notte, sono stati monitorati attraverso degli strumenti precisi. L’obiettivo era quello di ricavare dei dati significativi che potessero misurare le loro onde cerebrali, la frequenza cardiaca e i dati relativi alla respirazione.

I risultati sono stati molto chiari, perché si è visto che l’abitudine di ascoltare musica prima di prendere sonno è assolutamente sbagliata e non avrebbe quindi nemmeno senso abbandonarsi all’ascolto musicale per rilassarsi e quindi per addormentarsi più rapidamente.

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Cosa è stato scoperto sulla relazione tra musica e qualità del sonno

Gli scienziati hanno scoperto che in effetti esiste un’influenza che la musica ascoltata prima di addormentarsi esercita sulla qualità del sonno. Infatti i partecipanti che hanno ascoltato le canzoni pop, durante il monitoraggio notturno, hanno dimostrato maggiori difficoltà a dormire, hanno sperimentato più risvegli notturni e il loro sonno si attestava generalmente su fasi più leggere e quindi meno profonde e non completamente allineate sul bisogno di riposare fino in fondo.

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Questo accadrebbe perché il cervello umano continuerebbe ad elaborare i suoni della musica che si è ascoltata per varie ore nel corso della notte, anche quando tutti i suoni vengono interrotti.

Non avrebbe senso quindi nemmeno mettere un timer per far spegnere la musica ad un certo punto, perché comunque non si otterrebbero degli effetti benefici nemmeno in questo modo.

Inoltre è stato notato che chi ha ascoltato soltanto le versioni strumentali delle canzoni riesce a dormire davvero peggio rispetto a chi invece si cimenta nell’ascolto delle versioni originali dei brani musicali.

Gianluca Rini

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