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Arena di Verona – 100 anni in una notte, spiegazione Aida: trama e finale

Arena di Verona – 100 anni in una notte propone in prima serata su Rai1 un’opera conosciutissima: Aida. Scopriamo la spiegazione, trama e finale.

Il fascino senza tempo dell’Aida

Il 16 giugno, l’Arena di Verona inaugura “Arena di Verona – Cento anni in una notte“, la serata che segna l’apertura della 100ª edizione del festival lirico Verona Opera Festival. Il capolavoro di Giuseppe Verdi, “Aida”, viene proposto in un nuovo allestimento firmato dal regista Stefano Poda, con la partecipazione straordinaria di Alberto Angela e Luca Zingaretti, e la conduzione di Milly Carlucci.

La messa in scena di un classico dell’opera

A dare vita a questa opera simbolo dell’anfiteatro scaligero saranno la cantante Anna Netrebko nel ruolo di Aida e il tenore Yusif Eyvazov in quelli di Radamès, entrambi diretti dal maestro Marco Armiliato. Il resto del cast comprende Olesya Petrova nella parte di Amneris, Roman Burdenko in quella di Amonasro, Michele Pertusi nel ruolo di Ramfis, e oltre 400 artisti tra solisti, coro, danzatori e mimi della Fondazione Arena di Verona.

La trama dell’Aida

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L’opera è ambientata durante la guerra tra Egitto ed Etiopia. Aida, figlia del re etiope, è stata fatta schiava e portata in Egitto, dove però nessuno conosce la sua vera identità.

Durante la prigionìa Aida si innamora, ricambiata, del comandante delle truppe egiziane Radames. Tuttavia, Radames è il futuro erede al trono egiziano e promesso sposo della figlia del faraone, Amneris. La tensione tra i personaggi si intensifica quando durante una seconda guerra viene fatto prigioniero Amonasro, re di Etiopia nonché padre di Aida.

Questi convince la figlia ad usare il suo ascendente su Radames per farsi rivelare quale sarà il percorso delle truppe egiziane. Radames cade nella trappola, e disperato per aver infranto il segreto militare, si costituisce come traditore della patria alle guardie. Nonostante le suppliche che Amneris rivolge a suo padre ed ai sacerdoti che hanno il compito di condannare (o meno) Radames, questi viene condannato a essere sepolto vivo. Aida, ancora innamorata di lui, non lo abbandonerà neppure nella morte e si farà seppellire viva con lui.

L’origine dell’opera

Nel novembre del 1869, il viceré d’Egitto Ismail Pascià chiese a Verdi di comporre un inno per l’inaugurazione del Canale di Suez. Dapprima il Maestro rifiutò la proposta replicando che non è uso scrivere musica di circostanza, ma incominciò ad elaborare l’idea di comporre un’opera nuova.

Il Viceré inviò a Parigi l’egittologo Auguste Mariette e fece sì che questi si mettesse in contatto con l’impresario teatrale Camille Du Locle. Attraverso quest’ultimo avrebbe cercato di assicurarsi la collaborazione di Verdi, Wagner o Gounod, per la composizione dell’inno.

Pensando ad un’opera di genere comico per il teatro di Du Locle, Verdi non era intenzionato ad accettare la proposta di Ismail Pascià, ma quando proprio Du Locle gli presentò il programma dell’opera che Mariette gli aveva fornito, il Maestro ne fu entusiasta.

Il 2 giugno del 1870 accettò finalmente di comporre la musica per “Aida”, che andò poi in scena al Teatro dell’Opera del Cairo la sera del 24 dicembre 1871, con la regia di Giovanni Bottesini. Verdi non fu presente alla prima ma si guadagnò il prestigioso titolo di Commendatore dell’Ordine Ottomano.

Nicoletta Cerone

Nata a Vallo della Lucania, nel corso della sua vita ha sviluppato la passione per la scrittura e per la cucina. Si occupa di intrattenimento e gastronomia, mettendo al primo posto la semplicità nella comunicazione perchè quando si leggono i suoi articoli: tutti devono sentirsi a casa

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