Assaporare la bellezza unica ed inconfondibile della Costiera Amalfitana da una prospettiva storica e, al tempo stesso, iconica.
Questo lo scopo che si pone una delle strutture alberghiere più importanti della Divina, il Grand Hotel Convento di Amalfi, da quest’anno una delle due strutture in Italia del brand di alberghi extra-lusso Anantara, della multinazionale Minor Hotels.
Interni profondamente rinnovati ma senza stravolgere lo stile storico di un antico convento del 1200, ampio spazio alla cura del benessere, una cucina conventuale rivisitata con l’impiego dell’orto storico annesso alla struttura per coltivare eccellenze del territorio sono alcuni dei principali punti di forza dell’albergo, diretto da Giacomo Sarnataro.
La Pasqua è stata da record, con la struttura amalfitana che ha fatto registrare l’overbooking per le camere al di là di ogni aspettativa più rosea: anche il settore luxury si conferma, infatti, particolarmente in forma nella Divina.
L’intervista
Direttore, Amalfi da sempre fa rima con lusso e stile. Oggi ancor di più con il radicale restyling dello storico Convento dei Cappuccini.
“Il progetto di Anantara è legato allo stesso gruppo di Nh, la multinazionale Minor. Al suo interno ci sono otto catene alberghiere, la più prestigiosa delle quali è proprio Anantara. L’albergo, che ho già avuto l’onore di dirigere durante il periodo Nh, è stato completamente rinnovato sia nelle parti comuni che nelle camere: anche quest’anno siamo un cinque stelle lusso ma garantiamo un’attenzione all’ospite certamente diversa. Il progetto di rebranding non è nato a caso, ma le sue radici erano già ben salde sin da prima della pandemia, che ha rallentato ma non fermato il nostro processo“.
Dopo la pandemia, con il rebranding attuato nell’ultimo anno, si è elevato ulteriormente anche il target di clientela di riferimento, che già di per sè era sopra la media delle strutture amalfitane – già di per sè molto alta. Nonostante ciò i numeri sono in netta crescita. Cosa è cambiato rispetto al “vecchio” Nh?
“L’anno migliore di sempre ad oggi è stato il 2022. Lo scorso anno ha visto il crearsi di un vero e proprio effetto elastico, risultando come numeri maggiore perfino rispetto al 2019 che già era stato un anno da record. Dopo due anni in cui le persone non avevano potuto viaggiare abbiamo avuto un rimbalzo sia per i clienti leisure che per gli eventi, per i quali abbiamo recuperato quasi due anni di arretrati. Per il 2023 ci sono delle premesse davvero ottime, abbiamo avuto una Pasqua da tutto esaurito. Le tariffe, con l’avvento di Anantara sono state maggiorate del 40% rispetto alla vecchia gestione, sia per quanto riguarda le camere che per quanto concerne i servizi“.
Una scelta di mercato?
“Il nostro brand è conosciuto per essere una catena extra-lusso. Siamo i secondi in Italia, il primo è Palazzo Naiadi che c’è a Roma, in totale in Europa siamo sette strutture. Gli investimenti fatti certamente giustificano un apprezzamento dell’offerta, siccome il nostro prodotto è davvero di ottima qualità“.
C’era, però, senz’altro, la necessità di non snaturare quella che è una struttura storica…
“Infatti lo stile è rimasto sempre quello conventuale, si è cercato di non trasformare eccessivamente la tipica atmosfera che ha contraddistinto da sempre la storicità di quest’edificio. Anche gli spazi esterni sono stati profondamente rivisitati, rendendoli più confortevoli e funzionali. Sotto questo punto di vista abbiamo fatto grandi progressi anche nei servizi, con l’incremento del 30% del personale, proprio con lo scopo di offrire un servizio migliore e più efficiente a tutti coloro che visiteranno la nostra struttura. Anche la cucina conventuale rivisitata, sotto la sapiente guida dello chef Claudio Lanuto, sarà protagonista: punteremo sul vecchio orto del 1850 per coltivare prodotti che saranno alla base delle portate che serviremo. Grande spazio anche alla pizza napoletana del maestro Gino Sorbillo: a breve sveleremo tutti i dettagli“.