Territorio

Amalfi. Il meraviglioso pannello maiolicato di Porta Marina restituito alla città

Contra hostes fidei semper pugnavit Amalphis“. È sempre emozionante leggere, stavolta nel pieno del suo splendore, la frase che campeggia ai piedi del pannello maiolicato della Porta della Marina, e che evoca i fasti dell’Antica repubblica marinara.

La scopertura dell’opera riportata al suo originario splendore è avvenuta nel pomeriggio di ieri, al termine della presentazione dei lavori che hanno interessato nel corso degli ultimi anni anche la statua di Flavio Gioia e le lapidi commemorative.

L’opera, realizzata dal maestro Renato Rossi, uno dei padri fondatori dell’arte della maiolica in Costiera Amalfitana, è stata restituita alla Città in tutta la sua magnificenza.

Infatti, l’intervento di restauro condotto da un’equipe di esperti, rientra in un più ampio progetto esecutivo di manutenzione, restauro e valorizzazione del patrimonio architettonico emblema dell’Antica Repubblica Marinara predisposto nel 2022 dall’Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco Daniele Milano.

L’intero lotto di interventi, che ha comportato quasi due anni di intenso lavoro, è stato illustrato alla cittadinanza nel corso della presentazione del piano conclusivo dei lavori dal sindaco Daniele Milano, dalla consigliera delegata ai beni culturali, Enza Cobalto, dall’architetto Diego Guarino (direttore dei lavori), da Simone Lucibello del Centro di Cultura e Storia Amalfitana, e dai restauratori Lorenzo Morigi, Giancarlo Napoli e Luigi Criscuolo.

Una bellezza maestosa, quella del pannello, che domina lo sguardo, da cui non si può non lasciarsi affascinare. Centinaia sono stati, infatti, i messaggi e le interazioni di apprezzamento da parte dei cittadini di Amalfi e non solo, per i quali la gigantografia in cotto maiolicato rappresenta un elemento identitario fortissimo, alle radici della potenza di Amalfi, regina dei mari.

«Si rimane estasiati nell’ammirare questo risultato straordinario – ha commentato il Sindaco di Amalfi, Daniele Milano, subito dopo aver scoperto l’opera d’arte – Abbiamo memoria delle condizioni di partenza in cui versava il pannello, usurato dal tempo e non solo. È la porta di ingresso che, da Piazza Flavio Gioia, si apre verso il cuore antico della città, con scorci sulla cattedrale di Sant’Andrea, luogo di culto e icona della Civiltà Amalfitana. Rappresenta la grandezza dell’Antica Repubblica Marinara, al centro del Mediterraneo, con le sue colonie costruite lungo le coste per gestire i suoi traffici commerciali. L’opera rientra nel grande progetto di restauro dei beni culturali “minori”, insieme alla statua di Flavio Gioia e delle lapidi commemorative»

«Un intervento di restauro condotto da un’equipe di esperti, che rientra in un più ampio progetto esecutivo di manutenzione, restauro e valorizzazione del patrimonio architettonico emblema dell’Antica Repubblica Marinara, predisposto nel 2022 dall’Amministrazione Comunale. Con la riconsegna alla Città del pannello ceramico di Rossi, al quale è stata restituita la sua originaria bellezza policroma, si completa una prima fase del processo di salvaguardia del patrimonio artistico-architettonico della Città – ha aggiunto la consigliera delegata ai Beni Culturali, Enza Cobalto – Salvaguardia e fruizione del patrimonio artistico-architettonico in chiave contemporanea sono due punti cardine imprescindibili. Con questo intervento portiamo a compimento il cronoprogramma per la valorizzazione di un’opera d’arte che racchiude elementi significativi e celebrativi della nostra storia».

Il pannello descrive le rotte seguite dalle galee amalfitane lungo il bacino Mediterraneo, crocevia di popoli e di culture sin dal Medioevo: l’opera è tornata ad occupare la parete sulla quale venne installato sin dai tempi della sua realizzazione, dopo che ogni suo singolo tassello è stato sottoposto a processi di consolidamento oltre che di riparazione delle troppe scrostature.

Realizzato alla fine degli anni ’30 del secolo scorso, il capolavoro in ceramica spicca non solo per la sintesi storica del glorioso passato dell’antica repubblica marinara ma per l’utilizzo dei colori tipicamente mediterranei. L’opera di Rossi, che fondò la prima scuola di ceramica a Salerno, esalta la grandezza di Amalfi nel Medioevo esattamente nel periodo a cavallo tra il X e l’XI secolo, ovvero nel periodo di massimo splendore della piccola e intrepida repubblica marinara.

Completamente smontato lo scorso anno e sottoposto a una certosina ricostruzione delle parti ammalorate dall’usura del tempo e dalle condizioni climatiche, la gigantografia in cotto maiolicato tornerà a raccontare a turisti e cittadini, attraverso la straordinaria funzione dell’arte visiva, la grandezza dell’Antica Repubblica Marinara che intrattenne rapporti commerciali proprio con l’area meridionale e nord orientale rappresentata nel pannello ceramico.

Il piano di intervento condotto da un’equipe di esperti ha previsto la spolveratura e l’aspirazione preliminare del pannello e il successivo smontaggio degli elementi rimovibili e instabili. In una step successivo si è poi proceduto con lavaggi desalinizzanti prima di passare alla pulitura con tensioattivi e rimozione con acqua demineralizzata. La fase conservativa delle maioliche ha previsto infine il consolidamento dei supporti in cotto con silicato di etile e nanosilici, la stuccatura con polvere di cocciopesto e NHL 3,5, l’integrazione pittorica con colori a vernice e l’apposizione di un protettivo finale.

Il maestoso pannello installato all’ingresso della Porta della Marina, antico accesso alla città di Amalfi, raffigura non solo la potenza marinara ma ripropone una storica menzione di Gabriele D’Annunzio tratta dal libro quarto “Laudi del cielo del mare della terra e degli eroi“: “Ma quei d’Amalfi, cui la lunga spada era misura, a patria più lontana andavano; ché già s’avean contrada e forno e bagno e fondaco e fontana per tutto”. In basso campeggia il motto degli Amalfitani, che furono benemeriti in molteplici interventi in difesa della Santa Sede come Prima Repubblica Marinara d’Italia: “Contra hostes fidei semper pugnavit Amalphis“.

Andrea Bignardi

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