Divulgare la storia “sui generis” degli anni del fascismo ad Amalfi e nella Divina. Questo l’obiettivo del libro “Amalfi Imperiale” di Gabriele Cavaliere, che sarà presentato mercoledì 25 Agosto, a partire dalle 19, nei Giardini di Palazzo Mezzacapo a Maiori.
Prenderanno parte all’incontro, insieme all’autore, il docente di Storia Moderna presso l’Università degli Studi di Salerno Alfonso Tortora, lo storico Donato Sarno, ed il presidente del Rotary Club Costiera Amalfitana Salvatore Ulisse Di Palma.
L’opera
Amalfi Imperiale è il diario di una ricerca storica, che ha preso le mosse dalla lettera che Benito Mussolini scrisse al Segretario del Fascio di Combattimento di Amalfi, al rientro dalla sua visita del maggio 1921, ben prima delle elezioni del 1922 e della Marcia su Roma, il colpo di stato che portò il Duce al governo dell’Italia per oltre un ventennio.
Dopo quella breve vacanza il Duce non tornerà mai più ad Amalfi, da lui definita “cara e adorabile”, e della quale porterà sempre nel cuore “una grande visione di mare, di cielo, di gloria”, non lasciando
occasione per manifestarlo.
Nel 1929 fece dono alla città di una delle ultime copie esistenti della Tabula de Amalpha, miracolosamente ritrovata nella Holfbiblioteck di Vienna, e nel 1934 s’inventò leCelebrazioni di Amalfi Imperiale e Repubblicana.
Come si legge, inoltre, nella trama, sulla traccia del “capo” del Fascismo giunsero ad Amalfi il gerarca Attilio Teruzzi, che qui organizzava ricevimenti degni del Grande Gatsby; Adolf Hitler, che qui si sarebbe voluto ritirare a dipingere; ed Hermann Göering, il quale, tra le casupole di Positano e di Anacapri, venne a caccia di misteriose congiunture astrali.
Tutti questi personaggi vennero accolti a braccia aperte da alcuni personaggi all’epoca molto influenti nell’Antica Repubblica Marinara: dal Podestà Gargano, da don Vincenzo F., dal Segretario del Fascio Ingenito… personaggi a dir poco “folkloristici” i quali, sebbene avessero aderito anima e corpo al nuovo credo fascista, e manifestassero una vera e propria idolatria nei confronti del Duce, in più di una occasione riuscirono a vanificare le pose impettite delle nuova dottrina, adattandola ai ritmi e alle mollezze tipiche di un paese di mare che già allora apriva le sue porte al turismo, seppur in chiave estremamente elitaria e di nicchia.
Poi, nel 1934, tredici anni dopo la prima ed ultima venuta del Duce, giunse ad Amalfi il Segretario del Partito Nazionale Fascista l’onorevole Achille Starace, che definì Amalfi “sperduto paese del Sud Italia”. Da allora, come si legge nella trama del libro, che sarà raccontato nei suoi dettagli nel corso dell’evento, il fascismo ad Amalfi, nella sostanza, terminò quasi del tutto.