Il sindaco di Amalfi, Daniele Milano, ha firmato ieri a Roma, insieme ad altri 27 territori, il documento di fondazione dell’Associazione dei Paesaggi Rurali di Interesse Storico.
La città capofila della Costa d’Amalfi è il primo ed unico Comune della Campania ad essere iscritto al “Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali di interesse storico” del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo, già dal 2018 per i suoi vigneti e limoneti su terrazzamenti.
Inoltre è la prima città del Mezzogiorno d’Italia a candidarsi al programma internazionale GIAHS della FAO per la tutela dei sistemi rurali di interesse globale: una candidatura tesa alla tutela del paesaggio e alla salvaguardia del patrimonio agricolo secolare, in nuova visione che integri la società umana e l’ambiente, secondo gli obiettivi di sviluppo sostenibile.
La costituzione dell’Associazione è un ulteriore passo di consapevolezza dei territori iscritti nel Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali Storici. Il sindaco Milano ha riferito che la costituzione dell’Associazione è “un passo necessario per rafforzare un network che, sebbene costituito da realtà diverse ed anche molto lontane, condivide esperienze tradizionali e criticità. La neonata associazione dovrà sensibilizzare i decisori politici sulle misure più opportune da adottare per salvaguardare paesaggi tanto preziosi quanto delicati”.
Il Prof. Mauro Agnoletti, titolare della Cattedra Unesco sul patrimonio dei paesaggi agricoli recentemente istituita presso l’Università di Firenze ha affermato: “Oggi si apre un nuovo capitolo della storia: i territori possono adesso prendere in mano i propri destini, incidere sulle politiche: l’Italia non può imporsi per quantità o bassi costi dei prodotti agricoli, ma può imporsi per la qualità. All’italian sounding si risponde con la tutela del territorio: il paesaggio italiano non è replicabile”.
La mattinata ha visto gli interventi dei delegati del Comitato Promotore in rappresentanza delle tre macro-aree geografiche nord, centro e sud/isole. Dalla discussione è emersa la necessità di un linguaggio comune in materia di paesaggio e di maggior ascolto rispetto alle esigenze provenienti dai territori.
Un dialogo costruttivo anche in termini di prospettiva futura, che ha evidenziato il valore della sostenibilità come asset strategico per l’economia e al turismo esperenziale, nel rispetto dell’ambiente.