Questa sera ad Amalfi, dalle 19 e 30, prenderà il via la presentazione del volume Una Gioia Mai Provata. L’opera scritta da padre Enzo Fortunato ripercorre, tra tradizione e sacralità, le tradizioni legate al presepe di San Francesco.

Dalla grotta di Betlemme al primo presepe vivente di Greccio, fino alla Basilica Superiore di Assisi e a Scala, dove Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, tra pastori, grotte e greggi, trovò ispirazione per la composizione di Tu scendi dalle Stelle. Questa sera dalle ore 19 e 30, presso la Cattedrale di Amalfi, andrà in scena la presentazione del libro Una gioia mai provata di Padre Enzo Fortunato.

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L’invenzione del Presepe ha origini antichissime. Quest’anno, non a caso, si celebrano gli 800 anni dalla realizzazione. A ricordarlo è l’autore negli studi Rai della Capitale. Ospite di Oggi è un altro giorno, Enzo Fortunato snocciola i concetti principali dell’opera.

Quella del presepe di San Francesco fu una provocazione: pensiamo sia un messaggio sdolcinato, ma dobbiamo ricordare il contesto bellico del tempo. Quello che vuole fare il Santo di Assisi era portare la tenerezza“.

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Le simbologie, inoltre, fanno del presepe un veicoli di inclusione: “I due animali, il bue e l’asinello, rappresentano gli ebrei e i pagani. La natività di San Francesco inizialmente incorpora solo il bambino e gli animali“.

LA TRAMA – Leggenda vuole che a inventare il presepe sia stato, nel lontano 1223, san Francesco d’Assisi che nell’eremo di Greccio mise in scena la nascita di Gesù bambino. C’erano la grotta, il bue e l’asinello. Nessuno dei presenti prese il ruolo di Giuseppe e Maria, perché Francesco non voleva si facesse “spettacolo” della nascita del Salvatore. La popolazione accorse numerosa e così il santo poté narrare a tutti i fedeli, che non sapevano
leggere, la storia della nascita di Gesù.

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