Condannato dal foro di Salerno Andrea Cretella. Il consigliere di minoranza di Atrani, nel maggio 2018, apostrofò l’amministrazione Milano, rea di aver trasformato Amalfi in un “Deposito di pullman e gas nocivi per la salute”. La vicenda.

Pubblicò nel maggio del 2018 un post su Facebook attaccando il fare politico dell’Amministrazione Milano. Oggi è stato lo stesso Cretella a tornare sulla vicenda per via della pronuncia del giudice. Il quale ha dato ragione ai consiglieri, condannando il presidente dell’associazione Mani Pulite.

Il processo si è concluso lunedì 12 giugno. L’imputato doveva rispondere di diffamazione nei confronti della giunta comunale in carica nell’anno 2018, la stessa che governa oggi la città capofila della Divina.

In qualità di presidente dell’associazione nazionale tribunale del malato mi sono sempre interessato del problema dell’inquinamento ambientale del centro storico e del piazzale Flavio Gioia”, scrive Cretella.

Nel 2018 Cretella inoltrò un esposto ai carabinieri della compagnia di Amalfi, allegando foto, filmati e documenti “Che provano lo stato del grave pericolo di inquinamento ambientale”.

Il Sostituto Procuratore della Repubblica che gestiva il caso dispose all’ Arpac di effettuare i rilievi ambientali per la verifica dello stato di inquinamento ambientale.

Dopo un mese di rilevazioni ambientali, l’Arpac inviò la relazione degli accertamenti effettuati alla Procura con indicazione della presenza di piombo superiore 5 volte alla norma e dispose di adottare ad horas urgenti provvedimenti a salvaguardia della salute pubblica”.

Nel mezzo della querelle Cretella postò un commento sul proprio profilo Facebook rivolto all’Amministrazione, apostrofando la politica al governo.

Ieri mattina la sentenza. Cretella è stato condannato a una multa di 600 euro, il risarcimento delle spese legali e danno civile consistente in 500 euro per ogni componente della giunta che ha denunciato l’accaduto per averne leso l’immagine.

Cretella, come ha sottolineato in un altro consueto intervento social, non si arrende. “Ricorrerò in appello e anche in Cassazione“.