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Amalfi, all’antico arsenale il concerto “Miserere-Cantare la passione”

Sabato 16 aprile all’Antico Aresenale della Repubblica si terrà alle ore 19.00 il concerto “Miserere-Cantare la Passione. Liturgia Popolare della Settimana Santa in Campania.

Sabato, vigilia della Pasqua del Signore, ad Amalfi alle ore 19 si terrà un evento speciale che aiuterà non solo la riflessione durante questo santo giorno, ma anche ad avvicinarci nuovamente a quella liturgia che i nostri avi proponevano durante la settima santa.

Il titolo rende esplicita quest’ultima funzione: “Miserere-Cantare la passione. Liturgia Popolare della Settimana Santa in Campania.”

L’atmosfera di attesa e di riflessione sarà incrementata da una location d’eccellenza: l’Antico Arsenale della Repubblica che accoglierà nei suoi antri voci e musicisti importantissimi.

Lo spettacolo, proposto da Carlo Faiello, è un dramma cantato e recitato in forma dialettale che raccoglie il repertorio musicale paraliturgico di tradizione orale sia della regione Campania in generale, ma in particolare della nostra Costiera Amalfitana.

La grande voce di Isa Danieli interpreterà la Madonna straziata dal dolore per il figlio in croce e sarà accompagnata da altre cinque grandi voci napoletane: Antonella Morea, Patrizia Spinosi, Fiorenza Calogero, Elisabetta d’Acunzo e Mariarita Canfora.

Questa bellissima sinfonia di voci sarà accompagnata a sua volta dal famoso “Quartetto di Santa Chiara” composto da: Giuseppe di Colandrea al clarinetto, Antonello Grima al violoncello, Pasquale Nocerino al violino e Francesco Ponzo alla chitarra.

Carlo Faiello attraverso la stesura di musiche e testi ha voluto riportare in auge la religiosità popolare, basandola su quella passione laica che proviene dalle antiche processioni e cerimonie del Sud Italia.

Questo spettacolo offre una grande opportunità non solo per vivere la viglia della Pasqua in un’atmosfera di eccellenza, ma soprattutto per essere trasportati nelle tradizione pasquali dei nostri antenati e rivivere quella tradizione liturgia che abbiamo perso in gran parte.

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