Il virus dell’influenza aviaria, noto come H5N1, sta suscitando preoccupazioni crescenti anche per la sicurezza alimentare. Dopo il primo caso confermato di trasmissione nell’uomo negli Stati Uniti, le autorità sanitarie hanno rilevato tracce del virus in un lotto di latte crudo intero venduto in California. Questo episodio riaccende il dibattito sui rischi associati al consumo di latte non pastorizzato.

Rischio aviaria per l’uomo: le mutazioni del virus

Il virus H5N1, già noto per la sua alta contagiosità tra gli uccelli, sembra fare nuovi passi verso l’adattamento agli esseri umani. La scoperta del virus in un prodotto alimentare come il latte crudo rappresenta un segnale allarmante. Secondo le autorità sanitarie californiane, il rischio di infezione non è legato solo all’ingestione, ma anche all’esposizione accidentale. “Bere o inalare latte crudo contenente il virus dell’influenza aviaria può causare malattia, così come toccarsi occhi, naso o bocca con mani non lavate dopo averlo maneggiato”, si legge in una nota ufficiale.

Latte crudo: quali sono i rischi?

Il latte crudo, a differenza di quello pastorizzato, non subisce il processo di riscaldamento necessario per eliminare virus e batteri. Questo lo rende un potenziale veicolo non solo per l’aviaria, ma anche per agenti patogeni come Escherichia coli, Listeria e Salmonella. Per queste ragioni, le autorità sanitarie sottolineano i pericoli associati al suo consumo.

In California, l’azienda produttrice del lotto contaminato ha immediatamente ritirato il prodotto, invitando i consumatori a non utilizzarlo. “La pastorizzazione è un processo che facciamo da 200 anni e rende il latte privo di rischi batteriologici e virali”, ha dichiarato Matteo Bassetti, direttore del reparto di Malattie infettive dell’Ospedale San Martino di Genova.

L’abitudine americana al latte crudo

Nonostante i rischi, negli Stati Uniti cresce la domanda di latte non pastorizzato, anche a causa della sua promozione sui social media. Alcuni Stati hanno addirittura introdotto normative per consentirne la vendita nei negozi. Ma gli esperti mettono in guardia. “Con la situazione dell’aviaria negli USA, il latte crudo non dovrebbe essere né venduto né consumato”, ha ribadito Bassetti, sottolineando che bambini e persone con un sistema immunitario più debole sono particolarmente vulnerabili.

Allarme e prevenzione: cosa fare?

In Italia, per il momento, non ci sono segnalazioni di bovini infettati dal virus H5N1. Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT), ha dichiarato che la scoperta del virus in California deve spingere a mantenere alta la sorveglianza. “Non dobbiamo creare panico, ma la pastorizzazione resta fondamentale per garantire la sicurezza alimentare”, ha spiegato.

L’importanza della sorveglianza sanitaria

L’Unione Europea ha già avviato l’acquisto di milioni di dosi di vaccini contro l’aviaria per prevenire possibili epidemie. “È fondamentale alzare il livello di sorveglianza e monitorare costantemente l’evoluzione del fenomeno”, ha concluso Andreoni, sottolineando l’importanza di una corretta informazione per limitare i rischi e promuovere comportamenti sicuri.