Il rapimento e in seguito l’omicidio di Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, costituiscono uno degli episodi più drammatici dell’Italia repubblicana. Un episodio che tutti ricordano, ma sul quale ancora ci sarebbero molti punti da chiarire, visto che ci sono stati diversi sospetti che poi non sono stati concretizzati.
La vicenda va inquadrata anche in un ambiente politico ben particolare. Ma raccontiamo che cosa è successo e come avvenne la vicenda dell’omicidio di Aldo Moro.
La vicenda dell’omicidio di Aldo Moro
Il corpo di Aldo Moro fu trovato nel bagagliaio di una Renault 4 rossa il 9 maggio del 1978. Erano passati 55 giorni dal suo rapimento. Gli agenti della polizia trovarono il corpo dello statista sotto una coperta. Presentava dei proiettili nel cuore.
Non era casuale il luogo in cui era stato lasciato, perché si trovava a pochi metri dalla sede del Partito Comunista e a pochi metri anche dalla sede della Democrazia Cristiana. Il 16 marzo del 1978 il Parlamento avrebbe votato la fiducia al quarto governo di Giulio Andreotti. Era la prima volta che Andreotti avrebbe avuto anche l’appoggio del Partito Comunista Italiano.
Alcuni membri delle Brigate Rosse tesero un tranello ad Aldo Moro e alla sua scorta. Il presidente della Democrazia Cristiana fu rapito e cinque membri della scorta sono stati uccisi. Molti elementi condussero ad avere una serie di sospetti.
Infatti, per esempio, in via Fani, che è stato il luogo del sequestro, quel giorno era stato visto un agente dei servizi segreti. Tutta la società si interrogò sulla possibilità di negoziare con i terroristi. Lo stesso Aldo Moro ebbe la possibilità di scrivere delle missive ai suoi compagni di partito, che li accusava del loro rifiuto di trattare la sua liberazione.
Anche Papa Paolo VI si interessò della possibilità di trattare con i rapitori e, secondo la versione dei fatti, lo stesso Pontefice sarebbe stato disposto a pagare un riscatto per la liberazione del presidente della DC.
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Ma la società ben presto cominciò ad interrogarsi perché il governo facesse pochi sforzi per trovare i rapitori e liberare il politico messo sotto scacco.
Si scoprì poi che Aldo Moro in ostaggio era stato imprigionato in una stanza nascosta dietro la libreria di un appartamento in via Montalcini 8 a Roma.
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I rapporti con Giulio Andreotti
Quali furono i rapporti tra Giulio Andreotti e Aldo Moro? A quel tempo, come abbiamo specificato, Giulio Andreotti era a capo del suo quarto governo. Molti sono i dubbi e i sospetti che sussistono, perché per esempio alcune parti si resero conto di come l’esecutivo facesse pochi sforzi per trovare un tentativo di liberazione.