Alberto Segre era il papà della senatrice a vita Liliana e un antifascista e imprenditore italiano. Il suo nome continua a riecheggiare grazie alla memoria della figlia e dei nipoti che non hanno mai smesso di raccontare quanto è avvenuto in quei terribili anni. Ma chi era nella realtà? Conosciamolo più da vicino.

La biografia di Alberto Segre 

Alberto Segre nasce a Milano il 12 dicembre del 1899 e muore ad Auschwitz il 27 aprile del 1944. Era figlio del Cavaliere Giuseppe Segre, nato nel 1873 e morto nel 1944, e di Olga Loevy, nata nel 1878 e morta nel 1944. Entrambi sono stati vittime dell’Olocausto e hanno perso la vita insieme ad Auschwitz. La famiglia era ebraica anche se non era praticante.

Nel 1910 Alberto si iscrive alla prima classe del Ginnasio A. Mazoni di Milano, ma proprio durante gli ultimi anni della Prima Guerra Mondiale viene chiamato alle armi in quanto “Ragazzo del 99”. Nonostante ciò nel 1918 riesce a diplomarsi. Dopo aver conseguito il titolo si iscrive a Scienze Economiche e Commerciali alla Bocconi di Milano.

Nel 1929 si sposa con Lucia Foligno con la quale ebbe l’unica figlia, Liliana. La moglie muore nel 1931. Alberto era un uomo estremamente dolce e sensibile, tuttavia venne perseguitato poiché antifascista.

Il periodo delle persecuzioni 

Nel 1938 vengono decretate le leggi razziali ed è per questo che nel 1943 si rifugia con i genitori e con la figlia a Inverigo, in Lombardia. Il giorno del compleanno della figlia Liliana, il 10 settembre del 1943, riceve la visita di un suo carissimo amico che gli fa una valida proposta.

Si trattava di Giorgio Pontremoli, fratello di Aldo, che tenta di convincerlo a seguirlo in Svizzera dove avrebbero vissuto nella Casa Anatta, nota per il coordinamento delle attività dei partigiani. Alberto inizialmente non era per niente convinto anche perché voleva dire lasciare i suoi genitori malati, in particolare suo papà soffriva di Parkinson.

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In un secondo momento, durante un tentativo di fuga proprio in direzione della Svizzera, venne catturato con la figlia e furono arrestati e siamo a inizio dicembre del 1943. Trascorrono un primo periodo nelle carceri di San Vittore e in seguito portati a Milano. Da qui sarebbero partiti per una meta devastante: Auschwitz.

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Giunti in Germania vennero separati e lui morirà nel campo di concentramento il 27 aprile del 1944. La figlia Liliana invece fu liberata il 1 di maggio del 1945 e a gennaio del 2018 viene nominata Senatrice a vita. In tutti questi anni ha avuto un solo obiettivo: mantenere vivo il ricordo di quel periodo terribile e ne è anche una delle testimoni principali.