Erano le 16.31 del 18 novembre 1947 quando si consumò quello che risulta ancora oggi il più grave disastro nella Storia dell’Aviazione militare svedese: un aereo da trasporto Bristol 170 Freighter si schianta contro le pareti del Monte Carro che sovrasta Scala, un impatto violentissimo che squarcia il veicolo in tre parti.
A riportare e ricordare questo triste evento, accaduto a pochi mesi dalla fine delle ostilità del secondo conflitto mondiale, è il celebre storico Massimo La Rocca, che sottolinea come le dinamiche dell’incidente ricordino in qualche modo la trama di tanti film in stile hoolywoodiano, ma che purtroppo i fatti in questione ebbero luogo realmente e a pochi passi da noi.
L’aereo svedese partì da Addis Abeba carico di lingotti d’oro, dipinti per non dare nell’occhio, con i quali il governo etiope aveva pagato quello svedese per l’acquisto di una flotta di aerei da caccia Saab B17, e a bordo salirono complessivamente 25 persone, di cui 21 avieri svedesi, l’èlite dell’Aeronautica scandinava, insieme a 4 membri dell’equipaggio.
Il racconto di La Rocca continua con i passaggi che il Bristol 170 affrontò nello spazio aereo italiano e che portarono al triste epilogo: dopo la tappa all’Aeroporto di Catania, fu poi effettuato il sorvolo dello Stretto di Messina ma, per ragioni mai chiarite, nonostante fossero state date istruzioni di procedere direttamente verso Roma sorvolando il Tirreno, il Bristol dopo Stromboli effettuò una deviazione di 90 gradi rispetto alla rotta prestabilita, dirigendosi verso la costa del Golfo di Policastro.
L’intenzione di chi aveva deciso il cambiamento di rotta, forse a causa del peggioramento del tempo, era probabilmente quella di raggiungere Roma seguendo la linea costiera, quindi l’aereo passò davanti a Palinuro, poi di fronte al litorale cilentano, fino all’isolotto di Licosa, porta meridionale del Golfo di Salerno.
Mentre le condizioni climatiche continuavano progressivamente a peggiorare sulla Costa Salernitana e sui monti della Costiera avvolti nella nebbia, il grosso Velivolo stava tagliando il Golfo nella direzione sudest-nordovest, quando ebbe luogo il tragico impatto, devastante e letale: dei 25 a bordo, sopravvissero solo in 4, il comandante e pilota civile Nils Gunnar Werner, che era andato a dormire sul retro del Velivolo, cedendo i comandi di questo al pilota Bo Menotti, ed altri 3 ufficiali dell’ Aviazione Militare Svedese.
L’unico aspetto in qualche modo positivo della vicenda, come ci tiene a sottolineare il famoso storico, fu il comportamento della popolazione di Scala, che una volta venuta a conoscenza del fatto tramite quattro pastori che si erano trovati sul luogo, intervenne in massa per prestare soccorso ai pochi sopravvissuti e per portare i morti a valle, con i mezzi di fortuna che riuscirono a racimolare.
Non un solo lingotto d’oro venne toccato dagli abitanti di Scala, animati unicamente dalla compassione e dalla solidarietà tipiche della nostra terra, e per il commovente gesto, il Governo svedese decise poi per una ricca donazione a favore di un orfanotrofio locale, ad imperituro ricordo della bontà d’animo con pochi pari della comunità costiera.