Nel 1922 commemorò con una lapide i suoi studenti che lasciarono il liceo per combattere durante la Grande Guerra, perdendo la vita per l’unità dell’Italia

Uomo di ampio spessore culturale, negli anni ’20 era considerata una delle personalità più autorevoli nel Comune in provincia di Chieti. Alla giornata rievocativa promossa per ricordare i 27 studenti-soldati che lasciarono  gli studi per indossare la divisa e imbracciare le armi in difesa della patria, anche il sindaco di Amalfi, Daniele Milano.

Lanciano rende omaggio ad un amalfitano illustre. E’ il preside Francesco Milano che nel 1922 volle dedicare ai ragazzi del suo liceo classico, caduti durante la prima guerra mondiale, un omaggio perenne facendo scolpire i 27 nomi su una lapide di marmo posta sulla parete della scuola “Liceo – Ginnasio “V. Emanuele II”.

Un appuntamento che si rinnova dal 2021, ogni 5 novembre, e a cui quest’anno, in qualità di primo cittadino ma anche di familiare dell’apprezzato docente e preside, anche il Sindaco di Amalfi, Daniele Milano, che ha preso parte all’evento commemorativo promosso dal Liceo di Lanciano, dall’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci e dal Comune di Lanciano.

Uomo di ampio spessore culturale, il preside Milano, negli anni ’20, era considerato una delle personalità più autorevoli nel comune in provincia di Chieti ed oggi la sua memoria viene ricordata per quella iniziativa attraverso cui intese dare dignità al ricordo degli studenti-soldati.

Francesco Milano, teneva molto a questi suoi studenti e, saputa la notizia della loro morte, decise di perpetuarne il ricordo, commissionando a un famoso artigiano la lapide e la cancellata ai suoi piedi. Perché quei giovani, che Lanciano ogni anno commemora, lasciarono gli studi e morirono da eroi.

Una lapide non solo per ricordare i giovani del ginnasio che hanno perso la vita nel corso delle guerre mondiali, ma soprattutto per la salvaguardia della memoria collettiva e della dignità di chi, con fierezza, ha combattuto per un’Italia libera e indipendente.

Alla cerimonia hanno partecipato le autorità civili e militari, il Sindaco di Amalfi Daniele Milano, il Sindaco di Lanciano Filippo Paolini e il Sindaco di Fossacesia Enrico Di Giuseppantonio, oltre alle associazioni d’armi, le rappresentanze studentesche, il Dirigente Scolastico Prof.ssa Angela Evangelista e le nipoti di Francesco Milano, Paola e Luisa.

Le celebrazioni di oggi a Lanciano sono l’occasione per riannodare due fili – ha esordito il Sindaco di Amalfi, Daniele Milano durante il suo intervento – In primis istituzionale, alla figura del Preside Francesco Milano, un amalfitano illustre divenuto lancianese di adozione. Uomo di alto profilo culturale, scrittore, fu Soprintendente al restauro dei Templi di Agrigento ed è ricordato anche a Trani, dove gli è stata intitolata una via. E poi c’è il secondo aspetto, più personale e privato, perché rappresenta un prezioso ricordo familiare. Era il cugino di mio nonno, Antonio Milano, con cui intratteneva un rapporto molto affettuoso testimoniato da un’intensa corrispondenza, di cui conserviamo ancora alcune lettere. Il Preside Milano ha avuto diversi figli tra cui Luigi Milano, eroe partigiano e capo della resistenza in Val Sangone, a cui è stato intitolato il piazzale antistante l’ossario di Coazze in Piemonte e recentemente un parco pubblico a Lanciano”.

Francesco Milano fu prima docente e, successivamente, Preside del Liceo di Lanciano: era, inoltre, amico del celebre scrittore Luigi Pirandello, che fu regio commissario agli esami di Stato proprio nel lancianese. Ancora oggi è custodito il documento che riporta in calce la firma di entrambi.

La cerimonia, dal titolo emblematico “Quei bravi ragazzi del Liceo” si è svolta con lo schieramento di tutte le forze armate, con la sfilata dei gonfaloni, tra cui quello di Amalfi, mentre risuona la  Canzone del Piave,  ancora oggi tra i nostri canti patriottici più amati.

A seguire la commemorazione con deposizione di una  corona di alloro in onore ai caduti che hanno sacrificato la propria vita per l’unità d’Italia, con l’intervento dei sindaci, della preside e della nipote Paola Milano.