“Il Cattivo Poeta” è un film che narra l’affascinante storia dell’ultimo periodo della vita di Gabriele D’Annunzio, interpretato dall’acclamato attore italiano Sergio Castellitto. La pellicola è ambientata negli anni ’30, periodo in cui l’Italia era sotto il regime fascista di Benito Mussolini.
La trama ruota attorno alla figura di Giovanni Comini, un giovane bresciano e fervente sostenitore del Partito Nazionale Fascista, che viene incaricato di una missione cruciale: spiare D’Annunzio per conto del regime.
Giovanni Comini e Gabriele D’Annunzio: due protagonisti opposti
Nel film, Comini è un fedele del regime che, grazie alla sua predisposizione alla poesia, viene scelto per avvicinarsi al grande poeta Gabriele D’Annunzio e diventa un assiduo frequentatore del Vittoriale, residenza di quest’ultimo.
Sebbene Comini sia inizialmente un convinto fascista, l’interazione con D’Annunzio e la vicenda personale con Lina, una donna di cui si innamora e che si suicida a seguito dell’arresto del fratellastro antifascista, lo portano a dubitare del fascismo.
D’Annunzio, d’altro canto, è un personaggio noto e rispettato che vive in una sorta di esilio volontario, assistito da Luisa Baccara e Amélie Mazoyer. È insofferente al fascismo e all’allora imminente alleanza tra Mussolini e Hitler. Nonostante sappia della missione di Comini, si affeziona a lui e cerca di avvertire Mussolini sui pericoli di un’alleanza con Hitler, ma viene ignorato.
L’influenza di D’Annunzio su Comini e il fascismo italiano
La figura di D’Annunzio è fondamentale nella trama del film. L’influenza del poeta su Comini, unita alle sue personali esperienze, lo porta a interrogarsi sulla sua fedeltà al fascismo. L’interazione con D’Annunzio rappresenta un punto di svolta per Comini, tanto da portarlo a mettere in discussione le proprie convinzioni politiche.
Nel film, D’Annunzio cerca di avvertire Mussolini sui pericoli dell’alleanza con Hitler. La sua voce viene però ignorata, un gesto che sembra preannunciare la tragica storia che si sarebbe poi svolta durante la Seconda Guerra Mondiale. Questo aspetto della trama offre una visione critica del regime fascista, sottolineando l’arroganza e la miopia dei suoi leader.
La morte di D’Annunzio: la fine di un’era
Il film culmina con la morte di D’Annunzio, che avviene in circostanze poco chiare. Durante i suoi funerali, Amélie regala a Comini una piuma di pavone appartenuta al poeta, simbolo della loro amicizia. Successivamente, Comini viene espulso dal Partito a causa della sua contrarietà all’alleanza tra Hitler e Mussolini, segnando la fine del suo rapporto con il regime.