L’Italia consiglia l’uso del vaccino AstraZeneca per le persone dai 60 anni in su. La decisione è stata presa in seguito al pronunciamento dell’Ema, l’Agenzia Europea del Farmaco.

Dopo ulteriori verifiche, l’Ema ha inserito il problema dei coaguli del sangue, alla base degli eventi tromboembolici riscontrati, tra gli effetti collaterali seppur seppur molto raro. Tali fenomeni avversi si sarebbero riscontrati soprattutto in persone di genere femminile sotto i 60 anni.

Il Presidente del Consiglio Superiore di Sanità, il professor Locatelli, nel corso dell’ultima conferenza stampa, per discutere sul caso AstraZeneca, ha dichiarato: “Ema e a Aifa hanno valutato e reso disponibili nuovi dati per quel che riguarda lo sviluppo di fenomeni trombotici e tromboembolici sia a carico dei seni venosi cerebrali sia a livello dei grandi distretti venosi addominali. Ci sono anche dati un po’ meno frequenti come il tipo di incidenza per le trombosi arteriose”.

“Il nesso di causalità, per quanto non dimostrato definitivamente, è stato dichiarato come plausibile. Il meccanismo che sottende allo sviluppo di questi fenomeni ad oggi non è definitivamente chiarito – continua Locatelli-. Ci sono delle ipotesi che fanno pensare a delle relazioni col sistema immunitario che predisporrebbe all’attivazione della cascata della coagulazione. Sottolineo che sono fenomeni molto rari. Più precisamente gli eventi osservati sono stati inferiori all’atteso nei soggetti sopra i 60 anni di età. La maggior parte di questi eventi trombotici a carico dei seni venosi cerebrali si sono osservati in soggetti di sesso femminile ma soprattutto sotto i 60 anni di età”.

Il Ministro della Salute Roberto Speranza ha sottolineato che il vaccino è approvato oltre i 18 anni di età e non è proibito somministrarlo nelle fasce di età che vanno dai 18 anni in su ma si raccomanda un uso preferenziale nei soggetti oltre i 60 anni d’età.

Ciò non avrebbe conseguenze sulla somministrazione della seconda dose per coloro che hanno già ricevuto la prima.