Sin dalla sua inaugurazione la statua dedicata alla Spigolatrice di Sapri ha suscitato tante polemiche e dibattiti.

Il motivo delle polemiche è legato al fatto che la statua è stata ritenuta da alcuni sessista a causa delle “curve troppo provocanti” che l’artista ha messo in risalto dall’abito con il quale è ritratta la lavoratrice dei campi nella statua di bronzo.

Chi era la Spigolatrice di Sapri

La Spigolatrice di Sapri fa riferimento a uno dei più noti episodi del Risorgimento italiano. Nello specifico alla fallita spedizione di Sapri di Carlo Pisacane e, in particolare, la poesia ispirata da quei fatti, scritta da Luigi Mercantini, in cui la protagonista è una spigolatrice di grano.

Una donna che si occupava della raccolta delle spighe di brano successivamente alla mietitura.

Dopo un primo tentativo fallito, il 25 giugno a Genova il patriota Carlo Pisacane e un ristretto gruppo di mazziniani; 24 persone in tutto, fra loro Giovanni Nicotera e Giovan Battista Falcone; s’imbarcano su un piroscafo di linea diretto a Tunisi.

In loro aiuto arrivarono pescherecci con armi e rinforzi, ma le persone incaricate del compito non riuscirono a portarlo a termine.

Piscane decise di non rinunciare all’impresa e, con la complicità di due macchinisti inglesi, riuscì a impadronirsi del piroscafo.

Lui e il suo gruppo il giorno dopo, 26 giugno, sbarcarono a Ponza e liberarono 320 detenuti, la maggior parte dei quali, però, sono criminali comuni.

Due giorni dopo, il 28 giugno, il piroscafo toccò Sapri. Qui, però, Pisacane e i suoi non trovano l’appoggio sperato.

Davanti si parò loro un “plotone” di contadini armati di falci e forconi, avvisati dalle autorità borboniche che l’imbarcazione sarebbe stata carica di delinquenti comuni ed ergastolani anziché di patrioti.

La situazione precipitò: l’1 luglio a Padula, paese a poca distanza da Sapri, i repubblicani vengono circondati. Venticinque di loro furono uccisi, altri 150 arrestati.

Nell’opera di Mercantini raccontò la storia dal punto di vista dalla Spigolatrice di Sapri.