Il day after. L’ultimo venerdì d’agosto, in Costiera Amalfitana, è il giorno della conta dei danni, dopo il temporale che ha devastato la “Divina” nel pomeriggio di giovedì. Sono Atrani e Minori i comuni più colpiti, con i fiumi di fango che hanno invaso i paesi e seminato il terrore tra i cittadini.

La paura a Minori

Nella Città del gusto una grande quantità di terra e fango è venuta giù dalla zona di Villamena. Per tutta la serata di giovedì e parte della giornata di ieri i volontari e le ditte incaricate dal Comune hanno lavorato per liberare le strade dai detriti. Oltre alla grande quantità di acqua venuta giù, circa 168 millimetri, ben al di sopra della media mensile stagionale, a causare la situazione di pericolo è stato il fango scivolato dal fronte franoso di Casa Rossa a Ravello. E il sindaco di Minori, Andrea Reale , pone l’accento sull’atavico problema del dissesto idrogeologico: «Stiamo pian piano tornando alla normalità. Il Genio Civile sta provvedendo a disostruire il canale nei pressi di Villamena. È arrivato il capo della Protezione civile regionale, Italo Giulivo , per tutti i rilievi del caso. Fra due mesi si ultimerà un progetto, in collaborazione con l’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale, che ci permetterà di realizzare un sistema di preallerta per il pericolo delle colate di fango ».

Ravello in tilt

Nella Città della musica i principali disagi a Torello, dove è crollato un terrazzamento privato incolto. Pietrame e detriti hanno invaso strada d’accesso al borgo. Fortunatamente nella mattinata di ieri gli interventi di pulizia si sono conclusi. Le più gravi criticità, invece, restano a Casa Rossa. Se i cittadini non hanno subito particolari danni dai temporali che si sono abbattuti sulla Costiera Amalfitana, il fronte franoso ancora aperto continua a cedere. Gli interventi di messa in sicurezza previsti dal Comune devono subire una netta accelerata per evitare che si arrivi al prossimo inverno in questa situazione. Tra gli abitanti della zona, inevitabilmente, c’è apprensione e preoccupazioni ogni qual volta si registra un temporale, anche in considerazione dei tanti eventi franosi ripetutisi negli anni.

I lavori di Atrani

Quella del comune più piccolo d’Italia è probabilmente la situazione più allarmante. Già prima che ad Atrani arrivasse il maltempo, il letto del torrente Dragone si è innalzato pericolosamente, a causa delle acque sopraggiunte da Scala. Il sindaco Luciano De Rosa Laderchi chiede interventi urgenti per scongiurare episodi terribili, come l’alluvione avvenuta nella notte tra il 9 e il 10 settembre del 2010. «Stiamo cercando di rimettere in ordine la situazione. Fortunatamente non abbiamo avuto grossi danni – sottolinea De Rosa Laderchi ma la verità è che il sistema non regge più. L’impianto fognario non può resistere alle grandi quantità di acqua che provengono non solo da Atrani». È emergenza sottoservizi. Con le piogge cadute già nella notte di mercoledì la pavimentazione di Piazza Umberto I è stata in parte sollevata con evidenti spaccature. Il paradosso è che proprio qui, di recente, sono stati ultimati i lavori di ripavimentazione e d’impermeabilizzazione. Interventi, quelli effettuati dall’Anas, che non sono ritenuti sufficienti dal primo cittadino: «La portata idrica è eccessiva. All’interno delle condotte c’è di tutto e con l’arrivo dell’acqua la condotta si stappa dai detriti: II tombini saltano, ma sto non dovrebbe accadere. Bisogna mettere mano anche ai sottoservizi, cosa che non è stata fatta nel corso dei lavori».

L’emergenza Dragone

Nel pomeriggio di giovedì, a scatenare il panico tra gli abitanti del piccolo borgo alle porte d’Amalfi. è stato pure il suono della sirena che segnalava il terrificante innalzamento del Dragone, il torrente che nasce a Scala e sfocia proprio ad Atrani. Lungo il corso idrico sono installate delle briglie a pettine borboniche, che si ricolmano di detriti, che non riescono a reggere, in occasione d’ogni rovescio. L’impeto del fiumiciattolo trascina dietro di sé tutto ciò che trova lungo la propria strada. Emergenza che attende d’essere debellata da decenni. Invano, ché sul fiume si combatte da sempre una guerra di competenze tra il Comune di Scala, quello d’Atrani e il Genio Civile: gli enti locali ritengono che gli oneri manutentivi siano della Regione Campania, mentre il Genio Civile scarica le responsabilità addosso alle amministrazioni comunali. Nel ping pong tra un ente e l’altro, il torrente continua a trascinarsi dietro detriti d’ogni sorta. Il tempo scorre, l’acqua pure, la paura soprattutto.

La “Divina” dei cantieri

Il problema del dissesto idrogeologico è più concreto che mai e quanto accaduto l’altro ieri in Costiera Amalfitana ne è un esempio lampante. Un territorio fragile, che l’allarme frane ha tramutato in un maxi-cantiere a cielo aperto. Sono diversi, ad oggi, le aree all’interno delle quali si stanno effettuando dei lavori di messa in sicurezza dei costoni. Quattro i transennamenti lungo la statale 163, a Vietri sul Mare da più di tre mesi, tra Minori ed Amalfi, a Furore e a Positano, entrambi partiti a maggio, sospesi tra luglio ed agosto e riavviati da poco. Il quinto cantiere è lungo la provinciale 2, che collega Tramonti a Corbara: lavori che richiederanno la chiusura al traffico veicolare da lunedì a venerdì prossimo e poi tra il lunedì 6 e venerdì 10 dalle 8,30 alle 12,30 e dalle 13,30 alle 17,30.